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Amazon entra ufficialmente nella corsa per il controllo della connettività internet satellitare. I primi 27 satelliti Kuiper sono decollati dalla Florida lunedì28 aprile 2025, segnando l’ingresso del colosso dell’e-commerce nel mercato dominato finora da Starlink di SpaceX. Con questo lancio, Jeff Bezos sfida direttamente Elon Musk in un settore strategico dove il concorrente vanta già oltre 8mila satelliti operativi. Il progetto Kuiper prevede un investimento di 10 miliardi di dollari per creare una costellazione di 3.236 satelliti in orbita terrestre bassa, capaci di fornire connessioni internet ad alta velocità su scala globale. Il lancio è avvenuto alle 23:01 ora locale da Cape Canaveral (Florida), ed ha utilizzato un razzo Atlas V della United launch alliance, joint venture tra Boeing e Lockheed Martin.
La storia e l’evoluzione di Kuiper
Tutto è iniziato nel 2019 quando Amazon ha costituito Kuiper systems Llc, una sussidiaria dedicata allo sviluppo della rete satellitare. Dopo poco, a dare nuova linfa al progetto, c’è stato l’ingresso di Rajeev Badyal come nuovo presidente dell’azienda. Badyal non era un nome qualsiasi nel settore: ex vicepresidente di SpaceX responsabile proprio del progetto Starlink, era stato licenziato da Musk nel 2018 e rapidamente assorbito da Amazon insieme ad altri ex dipendenti di SpaceX. Questa mossa ha dato al progetto competenze chiave già formate nel settore, accelerando lo sviluppo tecnologico. Nell’ottobre 2023, Kuiper ha lanciato i suoi primi due satelliti prototipo, “KuiperSat-1” e “KuiperSat-2”, che hanno completato con successo i test in orbita prima di essere deliberatamente fatti rientrare nell’atmosfera.
Sul fronte commerciale, Amazon ha già iniziato a stringere partnership strategiche per Kuiper. A giugno 2024, l’azienda ha annunciato una collaborazione con DirectTV Latin America per contribuire a colmare il divario digitale in diversi paesi sudamericani, dove vaste aree rurali rimangono senza accesso a internet affidabile. Questa è una delle prime indicazioni di come Amazon intenda posizionare Kuiper non solo come servizio per consumatori individuali, ma anche come soluzione per operatori di telecomunicazioni esistenti. Jeff Bezos ha inoltre sottolineato che, sebbene Kuiper sarà principalmente un sistema commerciale, “ci saranno usi militari e di difesa per queste costellazioni in orbita bassa, senza dubbio“. L’intenzione è di provare a competere anche per contratti governativi e di sicurezza nazionale, un mercato lucrativo già esplorato da Starlink.
Per accelerare la produzione di satelliti, Amazon ha aperto diverse fabbriche, tra cui quella di Kirkland, nello stato di Washington, inaugurata nell’aprile 2024, che potrà costruire fino a cinque satelliti al giorno. Un centro di approvvigionamento a Everett, sempre nello stato di Washington, aprirà a giugno 2024 per fornire i componenti già assemblati. Inoltre, l’azienda sta costruendo una struttura presso il Centro spaziale Kennedy della Nasa in Florida, dove i satelliti verranno preparati per il lancio. Questa struttura sarà pronta solo all’inizio del 2025.
La battaglia per la connettività globale
Il mercato dell’internet satellitare è un settore molto competitivo e strategico, soprattutto perché risponde alla crescente domanda di connessione nelle aree rurali e remote del pianeta dove non esistono cavi o antenne per internet. In questa competizione tra giganti tecnologici, SpaceX è nettamente in vantaggio: ha già messo in orbita oltre 8.000 satelliti Starlink dal 2019 e ha raggiunto il traguardo di 250 lanci dedicati proprio il 28 aprile 2025, lo stesso giorno del primo lancio operativo di Kuiper. Ma ci sono anche altri attori rilevanti: OneWeb (ora di proprietà di un consorzio guidato dal governo britannico e da Bharti Global) ha già circa 600 satelliti in orbita; Telesat sta sviluppando la sua costellazione Lightspeed con un focus sui clienti aziendali e governativi; Ses offre servizi con la sua rete O3b mPower; e persino la Cina ha annunciato una propria costellazione nazionale chiamata GuoWang.
Il problema di come mandare in orbita i satelliti
Una delle sfide più delicate per chi intende affacciarsi in questo settore riguarda come mandare in orbita i propri satelliti. Nel 2022, Amazon ha dovuto prenotare un impressionante blocco di 83 lanci con tre fornitori diversi per evitare di doversi rivolgere alla rivale SpaceX: 38 con United launch alliance (Ula), 18 con l’europea Arianespace e 12 con Blue Origin (altra azienda di proprietà di Bezos), con opzione per altri 15. Questa strategia di diversificazione è costata circa 10 miliardi di dollari e ha suscitato polemiche: un fondo pensione azionista ha accusato Amazon di favorire ingiustamente Blue Origin per animosità personale tra Bezos e Musk. Nonostante ciò, nel dicembre 2023, Amazon ha dovuto comunque rivolgersi a SpaceX per prenotare tre lanci aggiuntivi sui razzi Falcon 9, ammettendo implicitamente che la capacità e l’affidabilità di SpaceX sono difficilmente sostituibili nel breve termine. Altro terreno di scontro cruciale è quello delle antenne per gli utenti finali, dispositivi che determineranno in larga misura il successo commerciale dei servizi. Mentre SpaceX ha già affinato diverse generazioni di terminali Starlink, riducendone progressivamente costi e dimensioni, Amazon deve ancora dimostrare la fattibilità industriale dei suoi modelli.