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La sua missione, nel complesso, è chiara. Ed è anche ciò che sottolinea quando gli viene chiesto – sempre nell’intervista a New Statesman – che cosa lo renda più orgoglioso: “Che il World Wide Web sia una piattaforma aperta. Sono felice che sia stato molto nettamente progettato affinché i programmi possano comunicare tra loro attraverso la rete”.
Ancor più sorprendente è il fatto che, già nel 2011, avesse chiaramente individuato i rischi nascosti nella diffusione del web, in un’epoca in cui, invece, si tendeva a tesserne lodi acritiche e a pensare che avrebbe diffuso la democrazia in tutto il mondo: “Di recente stavo seguendo un dibattito su Twitter sulla net neutrality, quando mi sono reso conto che nessuno stava tenendo posizioni moderate. Erano tutti veementi e arrabbiati. Potrebbe essere il caso che, con la rapidità delle comunicazioni, le opinioni ragionate non si propaghino. Questi strumenti accelerano le emozioni delle persone. In più, vediamo emergere sette religiose e teorici del complotto”. Ciò che al mondo ha iniziato a diventare sempre più chiaro a partire, più o meno, dal 2016, agli occhi di Berners-Lee era già evidente.
Ed è anche per questo che, ancora oggi, a quasi 70 anni, è in prima linea per difendere il web. Anzi, per crearne una nuova versione libera dalle maglie commerciale e in cui il potere torni in mano agli utenti (ma senza sfruttare gli strumenti speculativi della blockchain e delle criptovalute). Nel 2018, l’inventore del WWW ha infatti lanciato un nuovo progetto decentralizzato: Solid. “Per tutto il bene che abbiamo fatto, il web è diventanto un motore di disuguaglianza e divisioni; dominato da forze che lo sfruttano per i loro interessi”, scrive TBL nella presentazione del suo progetto. “Solid cambia il modello attuale, in cui gli utenti devono cedere i loro dati personali ai giganti digitali in cambio di un valore percepito. Solid è un’evoluzione del web che mira a ricreare l’equilibrio; fornendo a tutti il completo controllo dei propri dati, personali o meno, in un modo rivoluzionario”.
Solid, in sintesi estrema, è una piattaforma decentralizzata e open source che sfrutta l’attuale web (e senza utilizzare la blockchain) per assicurarsi che tutte le informazioni e i dati che circolano siano sempre sotto il controllo degli utenti. Per fare un esempio concreto, Tim Berners Lee ha mostrato, durante l’intervista, come stesse utilizzando questa piattaforma sul suo pc: “Un’applicazione, sfruttando la tecnologia decentralizzata di Solid, permette a Berners-Lee di accedere a tutti i suoi dati senza soluzione di continuità: il calendario, la musica, i video, la chat, le ricerche. È come un mix di Google Drive, Microsoft Outlook, Slack, Spotify e WhatsApp”.
A quattro anni dalla nascita, l’attenzione verso la decentralizzazione è tutta rivolta al mondo del web3, mentre il progetto di Tim Berners-Lee non sembra aver conquistato molto traino. Di una cosa, però, possiamo essere abbastanza sicuri: a oltre trent’anni dalla nascita del web, il suo inventore non ha nessuna intenzione di smettere di difenderne la sua natura libera, democratica e aperta.