domenica, Dicembre 22, 2024

I nostri ieri, risalire alle radici dei ricordi può “correggere” il presente?

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Ne I nostri ieri, passato alla Festa del cinema di Roma e a gennaio in arrivo al cinema, Luca (Peppino Mazzotta) è un documentarista in piena crisi di mezza età che ha esaurito almeno momentaneamente la vena creativa. Per vivere si occupa di un progetto in carcere, ovvero insegna ai detenuti cinema e tecnica delle riprese.
Separato dalla moglie, ha una figlia adolescente (Denise Tantucci) che non vedeva da tempo e che torna a stare con lui solo poche settimane prima di partire per andare a studiare negli Stati Uniti.
Proprio grazie al rapporto con i carcerati, Luca potrebbe riuscire a recuperare la memoria del suo passato e un senso per il suo presente.

Il regista Andrea Papini ha tratto l’ispirazione per questa storia dalla sua esperienza nel carcere di Rebibbia dove, racconta “anni fa presentai un mio film, La Velocità della luce. Da lì arrivano anche alcuni dettagli, come la presenza del gatto Ulisse che gironzola nei corridoi: non si sa da dove sia entrato e, secondo il regolamento, non dovrebbe state lì, ma il direttore chiude un occhio”. Così come su quei ricordi si basa la presenza di una transessuale nel gruppo di detenuti. “Nonché la memoria di quella sete che chi è dentro prova rispetto alle vite di quelli che sono liberi, il desiderio di sapere che cosa succede nel mondo reale”.

Quando Luca propone al direttore di girare un film con i detenuti “incollando” alle riprese effettuate dentro le mura del carcere scene girate all’aperto, la scelta della storia, della memoria da mettere in scena, cade sul camionista Beppe (Francesco Di Leva), condannato per l’uccisione di una donna incontrata per caso lungo la strada. Ed è sempre per caso che Luca propone proprio alla sorella della vittima (Daphne Scoccia) di aiutarlo nelle riprese dopo averla incontrata sulla spiaggia dove è andata a deporre un mazzo di fiori sul luogo dell’omicidio.

Gli esterni del film sono stati girati sul delta del Po. Perché, spiega il regista, “erano perfetti per creare il contrasto che cercavo tra gli spazi angusti del carcere e il paesaggio esterno”, fatto di grandi distese acquitrinose in mezzo alle quali le strade scivolano come nastri di asfalto.

Nel cast del film c’è anche Teresa Saponangelo, Nastro d’Argento 2021 come miglior attrice protagonista per il film Il buco in testa di Antonio Capuano, e David di Donatello come miglior attrice non protagonista nel film di Paolo Sorrentino È stata la Mano di Dio. Il suo è poco più di un “amichevole” cameo nel ruolo della ex moglie di Beppe che Luca intervista per il film che, però, aggiunge spessore alla storia.

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