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Kyoto – Patria onoraria delle mascotte, il Giappone è riuscito nel corso degli anni a trasformare in un’autentica industria la creazione di personaggi graziosi, buffi, bizzarri o semplicemente insoliti. Meglio di tutti forse ci è riuscita la Sanrio, l’azienda che nel 1965 lanciò Hello Kitty, ma il mercato locale rimane piuttosto ampio e capace di accogliere nuove leve: una delle più notevoli emersa negli ultimi anni sono i personaggi di Chiikawa, la nuova ossessione pop del Giappone.
Lanciato come webcomic su Twitter nel gennaio 2020, poco prima che la pandemia colpisse anche il paese asiatico, nei mesi successivi Chiikawa (abbreviazione di Nanka Chiisakute Kawaii Yatsu, ossia “qualcosa di piccolo e carino”) è riuscito a conquistare un pubblico vastissimo a prescindere da età, genere e classe sociale. Il tutto grazie a storie semplici legate alla quotidianità, spesso di stampo umoristico, capaci però di mettere in equilibro momenti divertenti e malinconici: in Italia abbiamo visto di recente questo tipo di narrazione proprio grazie a un’altra nota mascotte nipponica, Rilakkuma, nella fortunata serie del 2019 trasmessa da Netflix. Un successo che ha portato i volti dei tre protagonisti, l’eponimo Chiikawa, un topolino bianco, il gatto Hachiware e il coniglio Usagi, su ogni genere di merchandise immaginabile (incluso quello di templi buddisti e shintoisti).
Le radici di un successo
Per capire come tre innocui animaletti stilizzati si siano aggregati al pantheon dei volti più amati del Giappone è necessario guardare alle origini di Chiikawa, un webcomic come moltissimi che affollano internet. Se di fumetti online si parla da oltre vent’anni, è in Estremo Oriente che hanno raggiunto una dimensione ulteriore grazie all’intreccio con le floride industrie locali del disegno, a partire da quelle di Corea del Sud e Giappone. A volte in concorrenza, cartaceo e online hanno imparato a convivere per impedire al settore di soccombere alla pirateria: i grandi gruppi editoriali, come la Shūeisha di Shōnen Jump, hanno saputo capitalizzare con il lancio di piattaforme come Shōnen Jump+, disponibile in Occidente col nome di Manga Plus. Una convivenza che funziona e ha portato l’industria del manga a un nuovo picco assoluto di vendite nel 2020, superando la soglia dei 600 miliardi di yen (circa 4 miliardi di euro).
Chiikawa nello specifico è riuscito, nella sua immediatezza, ad azzeccare gli ingredienti necessari per diventare qualcosa di facilmente diffondibile: personaggi dalle linee semplici e riconoscibili, tormentoni, situazioni in bilico tra quotidianità e fantasy, umorismo delicato e a volte surreale. Kawaii al punto giusto quindi, per utilizzare la parola giapponese associata a tutto ciò che è carino, ma senza essere stucchevole. Tutto questo grazie anche alla solida base fornita dall’autore Nagano, attivo da anni nel settore delle illustrazioni con collaborazioni di peso come quella con Pokémon qualche anno fa.