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Un’industria nazionale della difesa contribuirebbe a proteggere il paese da future aggressioni russe, sostiene Kushnerska. Gli ucraini, inoltre, hanno una miglior comprensione delle dinamiche da campo di battaglia rispetto ai loro colleghi stranieri: “Ci sono tecnologie costosissime, realizzate nei laboratori [stranieri], che arrivano sul fronte e non funzionano”.
Brave1, che nei suoi primi due mesi di esistenza è stato accessibile esclusivamente alle aziende ucraine, non è l’unica iniziativa assunta dal paese per costruire un settore bellico nazionale. Kushnerska parla di convegni tecnologici segreti, a cui partecipano dirigenti del tech ucraini e funzionari del ministero della Difesa, in cui si discute di ciò che serve alle forze armate e di come le aziende possono contribuire. A maggio, il parlamento ucraino ha introdotto una serie di agevolazioni fiscali per i produttori di droni, allo scopo di promuovere il settore. Secondo Bornyakov, queste iniziative statali, unite all’enorme domanda di droni e alla volontà di vincere la guerra, stanno creando interi nuovi settori. Oggi in Ucraina, conclude, ci sono oltre 300 aziende che producono droni.
Una di queste è AeroDrone, con sede in Germania, che inizialmente offriva un sistema per irrorare le colture. All’indomani dell’invasione, il fondatore Yuri Pederi, ucraino, era già tornato nel suo paese d’origine. Ma la guerra lo ha spinto a reinventarsi. Oggi i suoi droni, capaci di trasportare carichi pesanti fino a 300 chilogrammi, sono usati dall’esercito ucraino.
“Non sappiamo cosa trasportino i militari”, dichiara Dmytro Shymkiv, socio dell’azienda ed ex vice capo di gabinetto di Petro Poroshenko, il presidente ucraino che ha preceduto Zelensky. Lui non saprà cosa trasportano i droni della AeroDrone, ma intanto l’azienda raccoglie moltissimi dati, fino a 3000 parametri per volo. “Sappiamo che componenti ci sono a bordo”, dice, aggiungendo che le informazioni sul volo in situazioni di interferenza, o in condizioni meteorologiche diverse, si possono riutilizzare in altri settori o perfino in altri conflitti. Aerodrone è un esempio delle future aziende di cui parlava Bornyakov. Forte di questi dati, la società vede davanti a sé un’ampia gamma di opzioni per il futuro dopoguerra, sul fronte militare come su quello civile. Chi sa volare in una zona di guerra, dice Shymkiv, può volare ovunque.