venerdì, Dicembre 27, 2024

Intelligenza artificiale, a che punto sono gli Stati Uniti con la regolamentazione

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Novità dagli Stati Uniti sul fronte dell’intelligenza artificiale. Ieri i leader delle più note aziende del settore hanno partecipato all’AI Insight Forum di Washington, un incontro voluto dal senatore della maggioranza del Senato Chuck Schumer per discutere del futuro della tecnologia. Tra i presenti i più grossi big della tecnologia: il CEO di Meta Mark Zuckerberg, quello di OpenAI Sam Altman, il boss di Google Sundar Pichai e il presidente di X Elon Musk. Tutti d’accordo sulla necessità che le autorità governative intervengano per scongiurare le potenziali insidie ​​dell’intelligenza artificiale, anche se nessuno sembra essere stato in grado di descrivere concretamente quali potrebbero essere le azioni da mettere in campo.

Crediamo che i politici, il mondo accademico, la società civile e l’industria dovrebbero lavorare tutti insieme per ridurre al minimo i potenziali rischi di questa nuova tecnologia, ma anche per massimizzare i potenziali benefici”, ha commentato Zuckerberg nel discorso preparato per l’incontro. Un concetto che è stato ribadito anche da Elon Musk, che ha fermamente sostenuto la necessità di “un arbitro” che controlli che le grandi aziende del settore non facciano un uso smodato dell’AI, identificato dall’imprenditore con un’agenzia federale di supervisione. “È una grande sfida“, ha detto Schumer ai giornalisti una volta concluso il forum, chiuso al pubblico e alla stampa.

Nel complesso, fatta eccezione per qualche disaccordo sul rilascio dei modelli linguistici open source, tutti i presenti al forum si sono trovati d’accordo sia sui rischi sia sui benefici dell’intelligenza artificiale. Bill Gates, per esempio, ha suggerito che la nuova tecnologia potrebbe essere utilizzata per eliminare la fame nel mondo. E alcuni dirigenti hanno sottolineato addirittura la necessità di incrementare i finanziamenti governativi nel settore per riuscire ad alimentare i progressi di ricerca delle aziende. Insomma, tutti d’accordo sull’evoluzione dell’AI, ma anche sulla necessità di un nuovo regolatore che sappia monitorarne gli sviluppi – anche se non è ancora chiaro se questo dovrà essere creato ex novo, o se alcune delle agenzie esistenti potranno assumerne il ruolo -.

A questo punto, però, resta da vedere se gli Stati Uniti metteranno davvero in atto quanto discusso, considerando quanto sono indietro sull’elaborazione di una normativa sull’intelligenza artificiale rispetto all’Unione Europea e alla Cina, che si sono già mosse per salvaguardare i propri cittadini da eventuali rischi collegati all’evoluzione smodata della nuova tecnologia.

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