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Agli albori del genere dei picchiaduro, in sala giochi e su console, si sfidavano due colossi: Street Fighter e Mortal Kombat. Quest’anno, caso vuole che le nuove versioni di entrambi i titoli siano arrivate a distanza di pochi mesi. Abbiamo già parlato in precedenza di Street Fighter 6 e di tutte le novità che ha portato nella saga, questa volta invece tocca a Mortal Kombat 1, chiamato così perché rappresenta un reboot della saga, dopo la conclusione della storia con Mortal Kombat 11, uscito nel 2019.
Questo genere videoludico sta vivendo una nuova epoca d’oro, dopo quella degli anni ’90, quando era onnipresente nelle sale giochi, e il ritorno di Mortal Kombat è un’ulteriore conferma di questa nuova ondata di picchiaduro di alta qualità. Il gioco sviluppato da Nether Realm e distribuito da Warner Bros. è un pezzo di storia dei videogames, con i suoi ormai oltre trent’anni d’età, ma non tutti sanno che la violenza che lo ha reso famoso è entrata nella storia anche per un altro motivo molto importante: ha portato il titolo di fronte al Congresso degli Stati Uniti d’America.
Mortal Kombat contro il governo americano
Il primo Mortal Kombat arrivò negli arcade nel 1992 (arrivò anche sulle varie console casalinghe soltanto un anno dopo), sbalordendo i giocatori dell’epoca con una grafica ultra realistica, in netto contrasto con quelle di altri giochi. Paragonato a Street Fighter, i cui personaggi erano molto più cartooneschi, il titolo sviluppato allora da Midway, aveva infatti ricreato i lottatori filmando attori in carne e ossa e poi trasformandoli digitalmente in quelli che sarebbero diventati gli iconici Liu Kang, Raiden, Sub-Zero o Johnny Cage.
A questa componente grafica così innovativa per l’epoca, unite l’alta dose di violenza, soprattutto dovuta alle brutali Fatality, ancora oggi marchio di fabbrica della saga, e avrete la formula per un successo assicurato. Un successo, però, che fu tale da non rimanere limitato ai soli appassionati, ma il gioco venne notato anche da molti genitori e diversi personaggi pubblici di spicco, tra cui alcuni politici. Mortal Kombat divenne presto un simbolo della crescente violenza nei videogiochi in Nord America, insieme ad altri famosi titoli come, ad esempio, Doom.