domenica, Dicembre 22, 2024

Migranti, la cauzione è già stata dichiarata illegittima

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Il recente decreto del governo Meloni che richiede ai migranti provenienti da paesi sicuri il versamento di una cauzione di cinquemila euro per evitare i cpr, è illegittimo. Lo ha stabilito la giudice Iolanda Apostolico del tribunale di Catania che, con una sentenza emessa venerdì 29 settembre, ha ordinato la liberazione di un giovane tunisino che ha presentato ricorso contro la sua detenzione. Arrivato a Lampedusa a metà settembre, il suo trasferimento al Centro di trattenimento per i richiedenti asilo di Pozzallo, aperto solo pochi giorni fa, è stato considerato in contrasto con le norme stabilite dall’Unione europea e dalla Costituzione. Poche ore dopo la sentenza, stessa decisione è stata presa nei confronti di altri tre migranti. Di questi quattro totali, uno ha momentaneamente ritirato la sua richiesta di asilo, mentre per gli altri tre è stata approvata.

La sentenza

Nonostante, nei giorni scorsi, alcuni membri del governo abbiano presentato la stesura del decreto come il recepimento di una norma europea, il tribunale di Catania ha stabilito che la misura del governo è in realtà in contrasto (anche) con le direttive di Bruxelles. Secondo la giudice, infatti, la richiesta del versamento della cauzione di cinquemila euro “in un’unica soluzione con fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa” da parte del migrante (che in questo non può essere aiutato da soggetti terzi), è in contrasto con gli articoli otto e nove della cosiddetta Direttiva accoglienza emanata nel 2013 dall’Unione europea.

L’articolo otto stabilisce infatti che non è possibile trattenere “una persona per il solo fatto di essere un richiedente” asilo; mentre l’articolo nove dice che un richiedente deve essere trattenuto il minor tempo possibile. Secondo il tribunale di Catania, inoltre, il recente decreto è in contrasto con il terzo comma dell’articolo 10 della Costituzione italiana, che garantisce il diritto d’asilo allo straniero “al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana”. In ottemperanza a queste indicazioni e alle direttive europee, la valutazione delle richieste e delle condizioni dei migranti andrebbero valutate “caso per caso”. Un’analisi individuale che, secondo il tribunale di Catania, non sarebbe stata svolta nei confronti dei quattro migranti in questione.

Le reazioni

La decisione della giudice Apostolico ha scatenato, come prevedibile, le reazioni del governo. La presidente del consiglio Giorgia Meloni si è dettabasita di fronte alla sentenza del giudice di Catania”, accusando il tribunale di fare politica contro un esecutivo democraticamente eletto. Da parte sua, il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha annunciato un ricorso. Una “posizione ferma e rigorosa a tutela della collega Iolanda Apostolico”, invece, è stata espressa da Alessandro Rizzo, presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) di Catania.

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