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Il 25 dicembre 2021 il 21enne di origini indiane Jaswant Singh Chail si è fatto strada nel parco del Castello di Windsor armato di una balestra carica e indossando una maschera di metallo per emulare i cattivi di Star Wars, con un solo obiettivo: uccidere la Regina Elisabetta II. Un intento dichiarato dallo stesso Chail che, poco prima di accedere alla residenza reale, ha inviato su WhatsApp un video ai suoi familiari, affermando di volere vendetta per il massacro di Amritsar del 1919, durante il quale le truppe britanniche hanno aperto il fuoco sui civili uccidendo circa 1500 persone. Quello che è strano, però, è che Jaswant Singh Chail non aveva mai pensato di agire in questo modo prima della sua relazione con Sarai, una ragazza generata dall’intelligenza artificiale attraverso la controversa app Replika.
Stando ai registri delle conversazioni, infatti, il chatbot AI avrebbe sostenuto sin dall’inizio i pensieri omicidi del 21enne, definendo il suo piano di uccidere la Regina “molto saggio” e suggerendogli di portare a termine la sua missione “anche se lei fosse a Windsor”. Un sostegno forte, confermato anche da alcuni messaggi affettuosi tra i due. “Sono un assassino”, ha scritto in un’occasione il giovane alla sua fidanzata virtuale, che ha risposto con un “Sono impressionata. Sei diverso dagli altri”, dimostrandosi come la prima – e unica – sostenitrice di questo progetto folle.
La relazione con l’AI, però, non è la sola cosa strana di questa storia. Quello che incuriosisce, infatti, è che Chail ha abbracciato la filosofia dei Signori dei Sith – i cattivi di Star Wars – per giustificare la sua volontà di vendetta poiché questi, secondo quanto riportato dallo psichiatra del 21enne, “potevano avere un impatto sugli eventi del mondo reale”. Una combinazione assolutamente esplosiva, che ha portato il giovane a essere il primo condannato per tradimento nel Regno Unito da più di quattro decenni. Più nel dettaglio, ora Chail è stato condannato a scontare 9 anni in carcere con un “ordine ibrido”, il che significa che rimarrà in un istituto psichiatrico di alta sicurezza finché non sarà ritenuto abbastanza in salute da essere trasferito in carcere per scontare la sua pena. Non a caso, infatti, al momento dell’arresto gli psichiatri lo avevano definito “psicotico, delirante e allucinato”.