sabato, Dicembre 21, 2024

Roberto Bolle al Wired Next Fest 2023 “Mi piacerebbe collaborare a una serie tv o film sulla danza”

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“Ho realizzato più sogni di quelli che avevo da bambino, ma mi piacerebbe collaborare nella scrittura o nella messa in scena di una serie tv o di un film sulla danza. A parlare è Roberto Bolle, ballerino di fama mondiale, che al Wired Next Fest 2023 al Castello Sforzesco, ha confessato questo suo sogno ancora nel cassetto: “Sarebbe bello in questa ipotetica serie tv raccontare tutto questo mondo ricco e affascinante, fatto anche di scene e backstage”. Secondo Bolle potrebbe essere un passo importante nella costruzione di un’immaginario che avvicini il pubblico giovanile alla danza, come avevano fatto in passato alcune pellicole, ad esempio “Billy Elliot”: “Tutti i prodotti audiovisivi infatti influenzano molto i giovani”.

“Con la tecnologia si sperimenta una nuova danza”

L’étoile della danza, nel suo intervento sul palco del Wired Next Fest, ha ripercorso anche alcuni episodi della sua vita nei quali ha utilizzato le nuove tecnologie all’interno dei suoi spettacoli: “Oggi possiamo sperimentare una nuova danza portandola nel futuro grazie alle nuove tecnologie – racconta Bolle -. Ho duettato con la mia immagine virtuale oppure con il raggio laser, ho ballato con tanti cloni oppure danzato nel metaverso. Grazie alla tecnologia si arriva a parlare con una generazione che è abituata ad avere questi stimoli visivi e questo è un modo per avvicinarli alla danza classica. Un’immagine accattivante può essere un veicolo importante per farli entrare nel nostro mondo”. E se l’intelligenza artificiale può avere degli aspetti positivi quando “aiuta l’arte”, la stessa può però anche spaventare quando “non si riconosce più il confine tra la finzione e la realtà, come in un video fake”.

Bolle: “Far arrivare la danza a tutti è una missione”

Roberto Bolle descrive poi il suo stretto rapporto con il pubblico, soprattutto con i ragazzi, ricordando il suo evento “Ballo in bianco”, che a settembre ha raccolto migliaia di giovani ballerini in piazza Duomo a Milano: “Vederli ballare tutti insieme vestiti di bianco mi ha molto colpito, commosso ed emozionato – precisa – Per me comunque l’importante è sempre comunicare la gioia di ballare, è un po’ una missione portare la danza a tutti, anche perché ha un valore terapeutico. Si tratta di un’arte che insegna tantissimo: la preparazione e la concentrazione sono tutti valori che la danza prevede, insieme alla ricerca di migliorare se stessi giorno dopo giorno, anche attraverso il sudore e la fatica. Lavorare su ogni dettaglio, e avere consapevolezza del proprio corpo, è qualcosa che rimane nei ragazzi, anche se poi non diventeranno ballerini professionisti”. Nella storia della musica un’opera in particolare riesce sempre a far scattare in lui il ritmo fin dalle prime note:“Il Boléro di Ravel, che ho avuto la fortuna di ballare spesso, anche fuori dal palcoscenico è una musica che riesce sempre ad accendere la fiamma della danza in me”.

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