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La sonda Parker Solar Probe della Nasa sfreccia attraverso il Sistema solare e batte un nuovo record: è l’oggetto più veloce mai creato dagli esseri umani. Nei giorni scorsi, infatti, la sonda ha raggiunto la sorprendente velocità di 635.266 chilometri all’ora. Non solo: si è avvicinata al Sole come mai nessuna sonda aveva fatto prima. Completando il suo 17esimo incontro ravvicinato con la nostra stella, infatti, ha sfiorato la sua superficie (o meglio il plasma), arrivando a una distanza di soli 7,26 milioni di chilometri.
Record di velocità e distanza
Per quanto riguarda la velocità, ricordiamo che la sonda ha battuto il precedente record di 586.863 chilometri all’ora di circa tre anni fa. Per fare un confronto, a queste velocità sarebbe possibile per un aereo circumnavigare la Terra circa 15 volte in una sola ora. Per la vicinanza al Sole, invece, sarebbe come trovarsi a una manciata di passi da un falò: abbastanza vicino da sentire l’odore del fumo, ma non così tanto da bruciarsi. “La navicella spaziale è in buona salute, con tutti i sistemi funzionanti normalmente”, fa sapere la Nasa, secondo cui i dati di questo ultimo incontro, relativi alle proprietà, alla struttura e al comportamento del vento solare, ossia quel flusso velocissimo di particelle che pervade il Sistema solare e investe anche l’atmosfera terrestre, verranno trasmessi alla Terra dal 4 al 19 ottobre.
Com’è fatta la Parker Solar Probe
Ricordiamo che la Parker Solar Probe è partita da Cape Canaveral (Florida) su un razzo Delta-IV Heavy il 12 agosto 2018, con lo scopo di studiare il vento solare emesso dalla parte esterna del Sole. Per avvicinarsi così tanto alla nostra stella, o meglio alla corona solare che è estremamente rarefatta, la sonda è provvista di uno speciale scudo termico, spesso 11,5 centimetri e composto da uno strato di schiuma di carbonio contenuto all’interno di due lastre di carbonio, capace di resistere a temperature di 1600 gradi centigradi e proteggere la strumentazione a bordo. Anche le celle solari che alimentano la sonda vengono raffreddate ad acqua per evitare che l’esposizione alla luce del Sole le danneggi e si ripiegano dietro lo scudo quando si comincia ad essere troppo vicino alla stella.
La missione
Affinché la Parker Solar Probe possa arrivare esattamente nel cuore dell’azione e acquisire informazioni preziose, deve entrare e uscire dalla corona solare. Lo scopo, infatti, è proprio quello di studiare la corona e il vento solare, composto soprattutto da protoni ed elettroni che sfuggono dalla corona e si espandono in tutto il Sistema solare. Dopo un totale di 24 orbite intorno alla nostra stella previste dalla missione, la sonda dovrebbe finalmente aver raccolto una serie di informazioni che ci aiuteranno a capire meglio il comportamento del Sole. Senza dubbio, quindi, con altre 7 evoluzioni rimanenti, vedremo battere nuovamente questi ultimi record.