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Nella giornata di lunedì 9 ottobre il portavoce dell’esercito di Israele Daniel Hagari ha annunciato il reclutamento di 300mila riservisti. Questi sono stati chiamati per indossare l’uniforme dopo che lo scorso sabato 7 settembre il gruppo palestinese Hamas ha fatto irruzione nel territorio israeliano, provocando novecento morti e rapendo decine di persone, compresi civili. La reazione israeliana ha provocato quasi settecento vittime palestinesi. Oggi i media riportano le immagini e le storie dei circa trecento riservisti israeliani attualmente in Italia in partenza dall’aeroporto di Fiumicino verso Tel Aviv. Ma come funziona la chiamata alle armi nello stato di Israele?
Il servizio di leva
In Israele tutti i cittadini e tutte le cittadine tra i diciotto e i ventinove anni inclusi sono obbligati a prestare servizio di leva militare. Come spiega il sito ufficiale delle Forze di difesa israeliane (Idf), gli uomini sono tenuti a restare nell’esercito per un periodo minimo di trentadue mesi, mentre per le donne i mesi previsti sono ventiquattro. L’obbligo riguarda anche chi vive all’estero o ha il doppio passaporto. Il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani, per esempio, ha spiegato che sono circa mille i cittadini israeliani con passaporto italiano che svolgono il servizio di leva previsto da Tel Aviv.
Attualmente l’esercito israeliano conta su un organico di 177mila soldati. Tra questi vi sono i soldati di leva. Come riportato dal Corriere della sera, il trenta per cento dei militari è di sesso femminile. Le donne con figli o in stato di gravidanza sono esentate dal servizio militare, così come lo sono gli ebrei ultraortodossi impegnati a tempo pieno nello studio dei testi religiosi.
Il sito dell’ambasciata israeliana in Italia spiega che, al compimento del sedicesimo anno di età, ogni cittadino è tenuto a “definire la propria situazione con le autorità delle Forze di difesa israeliane”. Ciò significa che un cittadino israeliano ha l’obbligo di comunicare con largo anticipo eventuali richieste di rinvio del servizio militare. Tale rinvio è permesso per motivi di salute o di studio. Per richiedere la posticipazione della leva è necessario compilare un apposito modulo scaricabile dal sito del governo israeliano, al quale deve essere allegato il relativo certificato medico o la ricevuta di iscrizione all’università dichiarata. La misura riguarda anche i giovani con passaporto israeliano ma residenti all’estero.
I riservisti
Come accade in molti paesi con il servizio militare obbligatorio, gli israeliani possono essere richiamati nell’esercito anche una volta conclusa la leva. I cittadini richiamati vengono definiti riservisti e, a oggi, sono circa 400mila. Il quotidiano Avvenire spiega che le donne e chi ha prestato servizio come soldato semplice possono essere richiamati fino ai 40 anni di età. Gli ufficiali sono convocabili fino ai 45 anni, mentre i militari del settore medico, i conducenti di mezzi pesanti, meccanici e tecnici fino ai 49.
Le riserve possono essere periodicamente richiamate nelle forze armate per svolgere esercitazioni militari oppure in caso di emergenza o di conflitto. Come dichiarato dal premier Benjamin Netanyahu durante gli attacchi di Hamas dei giorni scorsi, Israele è ufficialmente in guerra. Quindi, i riservisti sono tenuti a rientrare nel paese nel più breve tempo possibile. I riservisti dell’esercito israeliano attualmente in Italia sono circa trecento e sono in partenza da Roma verso Israele per prestare servizio.