venerdì, Dicembre 27, 2024

Fosforo bianco, cosa sono le bombe che Israele è accusato di aver utilizzato

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Mentre Israele si prepara all’assedio della Striscia di Gaza contro le milizie di Hamas, alcune associazioni per i diritti umani denunciano l’utilizzo di bombe al fosforo bianco da parte di Tel Aviv negli attacchi all’enclave palestinese. Come riporta l’agenzia Agi, ad annunciare il fatto è stato Rami Abdu, portavoce dell’organizzazione non governativa Euromed Monitor. Al momento non c’è ampia conferma della notizia. Se fosse vero, però, non sarebbe la prima volta che Israele utilizza questo tipo di armamenti, particolarmente violenti, su Gaza.

Cosa sapere:

  1. La Convenzione Onu
  2. Gli effetti delle bombe al fosforo bianco

La Convenzione Onu

Le bombe al fosforo bianco rientrano nella categoria delle armi incendiarie, il cui uso è regolamentato dal terzo Protocollo della Convenzione delle Nazioni Unite su alcune armi convenzionali, firmata a Ginevra nel 1980.

Secondo il protocollo gli ordigni di cui Israele è accusato di aver fatto uso a Gaza non possono essere impiegati per colpire obiettivi civili e obiettivi militari situati “all’interno di una concentrazione di civili”. Il documento stabilisce inoltre che le armi al fosforo possono essere utilizzate solo per illuminare obiettivi militari, per spaventare il nemico o per creare cortine di fumo capaci di coprire la fuga dei militari. Israele ha firmato la Convenzione ma con una riserva: non si ritiene vincolata al rispetto del protocollo sulle armi incendiarie.

Gli effetti delle bombe al fosforo bianco

La componente chimica di tali armi è in grado di provocare nelle vittime ustioni gravi e molto dolorose. Come spiega Giacomo Cassano di Archivio disarmo (associazione impegnata nella divulgazione di temi legati alla pace e alla riduzione degli arsenali militari), il fosforo bianco scatena tutto il suo potenziale quando viene disperso nell’aria e, dunque, quando l’ordigno che lo contiene deflagra. La combinazione tra aria e fosforo bianco produce l’anidride fosforica che, a contatto con il corpo umano, genera l’acido fosforico, un elemento capace di bruciare rapidamente il tessuto organico. Le ustioni così provocate penetrano le parti molli del corpo e raggiungono le ossa.

Rainews aggiunge che anche la sola inalazione del fosforo disperso nell’ambiente può provocare gravi conseguenze per la salute umana. Le esalazioni provocate dalla combustione del fosforo bianco, infatti, se respirate possono corrodere le mucose e gli organi interni, generando un processo che porta all’avvelenamento.

Nella maggior parte dei casi, le bombe al fosforo uccidono le persone che ne vengono a contatto. Chi sopravvive, tuttavia, risulta estremamente esposto allo sviluppo di gravi patologie, come l’anemia (una malattia che prevede la mancanza, nei globuli rossi, di sufficiente emoglobina, la proteina che permette la circolazione dell’ossigeno dai polmoni a tutti gli altri organi del corpo) e la necrosi ossea, ovvero la progressiva erosione del tessuto scheletrico.

Prima di essere regolamentate, le bombe al fosforo sono state utilizzate più volte nella storia. Se ne è fatto ricorso, ad esempio, durante la Prima guerra mondiale, durante le guerre coloniali italiane in Africa di inizio Novecento. Più recentemente, se ne è fatto uso in Siria e nell’Ucraina invasa dalla Russia.

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