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“L’espansione verso l’India è qualcosa a cui stiamo pensando“, dice Váradi, che durante la pandemia ha messo permanentemente in soffitta l’idea di andare invece da Londra verso il mercato nordamericano. Pandemia che, tra le altre cose, è stato un momento di investimenti molto importanti per Wizz Air. Quando il mondo si è chiuso nel lockdown e ha messo a terra praticamente tutti i 26mila aerei che costituiscono il totale di veicoli per il trasporto di linea mondiale, compresi i 287 della flotta di Wizz Air, Váradi ha investito pesantemente sull’Italia, portando a cinque le basi nel nostro Paese e facendo della penisola uno dei mercati più importanti. L’unico per il quale effettua viaggi interni. “Rimane comunque sempre ferma la nostra strategia di non volare mai lungo tratte che potrebbero essere fatte in meno di quattro ore di treno“, dice Váradi.
L’aereo che cambia le regole del gioco
La famiglia degli A320neo e l’A321neo (inclusa la nuova variante XLR a raggio esteso) sono stati per Wizz Air l’arma segreta, il “game changer” che ha consentito di aumentare l’efficienza delle rotte, consolidare l’esistente e ridurre costi e impatto ambientale. Il business model di Wizz Air infatti è centrato sull’idea di togliere complessità. “Possiamo fare i prezzi migliori se siamo il più semplici possibili“, dice Váradi. Che parla anche dell’ambiente.
Wizz Air è una delle compagnie aeree più determinate a perseguire gli obiettivi green per un’aviazione sostenibile previsti dalle regolamentazioni mondiali, da quelle europee e da quelle nazionali. “Per noi la sostenibilità è un vantaggio competitivo nel lungo termine: siamo già più avanzati degli altri concorrenti e abbiamo intenzione di proseguire in questa direzione. Facciamo investimenti per i carburanti sostenibili Saf, per le prossime generazioni di aeroplani. Le flotte richiedono 10-15 anni per essere completamente rinnovate. Il carburante Saf è il problema: nessuno lo produce e oggi costa sette volte quello tradizionale. Per me però il vero problema è la GenZ: supporta le compagnie green ma poi non spende un euro di più per rendere questo sostegno tangibile“.
Nel lungo periodo Wizz Air vuole l’aereo a idrogeno: i prototipi sono fasi di studio, collaboriamo con Airbus, i risultati arriveranno nel 2040 o dopo. Nel mezzo, un “ponte” per collegare presente e futuro, con soluzioni intermedie che permettano di fare il meglio possibile. La credibilità c’è, perché Wizz Air è una delle compagnie europee che ha fatto concretamente di più in questo settore e i suoi passeggeri sono quelli con l’impatto minore sull’ambiente. Ma l’impatto ambientale ovviamente esiste, non è stato ancora azzerato.
Le mille incertezze del mercato
“L’immediato futuro per noi – dice Váradi – ruota attorno alla nuova generazione di A321neo XLR. Ci permetterà di consolidare il “rettangolo” geografico in cui operiamo, creando le rotte che uniscono i punti più distanti: i nuovi aerei permetteranno di portare la distanza percorribile da 4 ore e mezza a 7 ore e mezza“. Il settore del trasporto aereo è complesso e le incognite sono dietro l’angolo. Come i problemi che ha riscontrato il produttore dei motori degli Airbus Neo, Pratt & Whitney: per adesso sono impattati pochissimi aerei, meno di cinque. I motori devono essere smontati, inviati in fabbrica e i tempi di riparazione sono difficili da quantificare.
In futuro potrebbero essere di più? Váradi ovviamente non lo sa e attende che P&W aggiorni lui e gli altri clienti, “ma abbiamo ovviamente già previsto dei piani di contingenza per differenti tipi di scenario”. Un altro tra i problemi che si presentano nel settore del trasporto aereo: Wizz Air in un anno trasporta 65 milioni di passeggeri, ha un franchising enorme, con centinaia di rotte europee, più di un miliardo di interazioni con gli utenti online, un business che ruota al 50% attorno al fatturato dato direttamente dai biglietti aerei e l’altro 50% dai prdootti ancillari (assicurazioni, pasti a bordo, bagaglio imbarcato). Il futuro? Semplificare ancora di più, in modo sostenibile.