giovedì, Dicembre 26, 2024

Iban, cos'è la discriminazione e perché è un problema in Europa

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Nonostante la discriminazione degli Iban sia stata dichiarata illegale da quasi dieci anni, ci sarebbe una mancanza di applicazione delle norme e l’obbligo di accettare Iban non locali e di farlo senza attriti non sarebbe perfettamente chiaro a fornitori di servizi di pagamento, commercianti e autorità pubbliche.

È questa l’accusa mossa in una nota dalle oltre venti aziende appartenenti al settore fintech europeo e promotrici dell’iniziativa Accept My Iban, tra le quali figurano Revolut, Wise, Klarna, N26 e altre organizzazioni che spesso incontrano discriminazioni legate all’Iban.

Che cos’è l’Iban

Acronimo di International bank account number, l’Iban è una combinazione univoca composta da un massimo di 34 lettere e numeri utilizzata per identificare un conto bancario. Le prime due lettere indicano il paese da cui proviene e la discriminazione avviene quando una persona o un’impresa non riescono a inviare o ricevere denaro da un conto bancario situato in un altro Stato membro. Può per esempio succedere che qualcuno non riesca a impostare addebiti diretti per pagare le fatture in Italia con un Iban non italiano.

La pratica è diffusa in tutta Europa e impedisce di fatto ai consumatori e alle imprese di pagare o di essere pagati. Secondo i dati raccolti da Accept My Iban, ogni anno migliaia di persone non sono in grado di pagare i contratti telefonici, l’affitto, gli abbonamenti ai giornali, le bollette, gli abbonamenti alle palestre o i trasporti pubblici.

I problemi in Europa

Come riporta la nota dei sostenitori dell’iniziativa, lo scorso 28 giugno la Commissione europea ha introdotto un nuovo pacchetto di servizi di pagamento. Anche in virtù di questo, la richiesta delle oltre venti realtà alle istituzioni comunitarie è di affrontare la questione attraverso misure che potrebbero essere introdotte nella direttiva sui servizi di pagamento (Psd) e il regolamento (Psr), creare meccanismi sanzionatori più chiari per contrastare i discriminatori in modo più efficace, condividere conoscenze, approfondimenti e migliori pratiche tra le autorità nazionali competenti (Nca). Esse chiedono inoltre di espandere il divieto di discriminazione degli Iban anche alle valute non euro.

Avere un conto bancario da cui inviare e ricevere denaro in tutta Europa – afferma la responsabile degli affari governativi comunitari di Revolut Oleksandra Maksymenkoè una necessità umana fondamentale. Immaginiamo tutti quanto possa essere difficile trasferirsi in un nuovo paese e incontrare barriere finanziarie per svolgere attività di base come pagare una bolletta o impostare un addebito diretto. Semplicemente, questo non dovrebbe esistere nella società di oggi”.

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