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Un auricolare delle AirPods Pro originale e uno contraffatto, al primo sguardo, sembrano quasi identici: rilevare le differenze di design è sempre più complicato. Anzi, si potrebbe arrivare ad affermare che sono sempre più diffusi prodotti fake di alto pregio, capaci di mettere nel sacco la maggior parte dei consumatori (e degli appassionati). Già, ma con la tomografia computerizzata si può svelare tutto, come si è divertito a dimostrare Jon Bruner, responsabile del marketing di Lumafield. L’azienda ha sfruttato le sue tecnologie di ispezione, basate appunto su computed tomography (CT), per svelare cosa si nasconda dietro agli Airpods farlocchi sempre più diffusi nei mercatini e in alcuni e-commerce.
Prima di tutto per stessa ammissione degli ingegneri di Lumafield i fake “sono così sofisticati che spesso appaiono visivamente e funzionalmente identici agli articoli autentici, almeno inizialmente“. I raggi X, un tempo riservati alla sola diagnostica medica, adesso vengono usati in campo industriale per ispezionare oppure anche ottimizzare i progetti di sviluppo dei prodotti. Di conseguenza si possono usare anche per mostrare la complessità dei prodotti elettronici autentici, come in questo caso gli AirPods Pro.
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AirPods Pro ai raggi X
Le batterie degli AirPods Pro originali sono a bottone e “progettate per adattarsi perfettamente al fattore di forma compatto e fornire una potenza ottimale in modo efficiente“. Invece quelle contraffate, sebbene condividano la tecnologia agli ioni di litio, hanno una bustina rettangolare compressa in spazi circolari. Non è chiaro poi il loro livello di sicurezza e se è presente qualche certificazione.
Per quanto riguarda la circuiteria gli AirPods originali, secondo gli esperti di Lumafield, “sono una meraviglia di miniaturizzazione e ingegneria di precisione“. Si affidano a una combinazione di circuiti stampati rigidi e flessibili per avvolgere i componenti sfruttare gli spazi in modo adeguato.