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Non fa rumore, non solleva onde ma sfreccia a pelo d’acqua guidato da una serie di sensori elettronici. A orchestrare tutto, un software capace di correggere il bilanciamento delle ali in fibra di carbonio anche cento volte al secondo. La startup svedese Candela ha presentato in Italia sul lago di Como il suo aliscafo elettrico: secondo la startup, è la barca elettrica più veloce del mondo. Siamo saliti a bordo.
Un’esperienza nuova
L’aliscafo è disponibile in due versioni, una – quella su cui abbiamo condotto la prova – destinata all’utilizzo privato, l’altra per uso commerciale, da trenta posti. La giornata non è delle migliori. Il tempo è pessimo in riva al lago manzoniano, piove forte e tira vento. In compenso, è un ottimo stress test cui chi è disposto a spendere i trecentomila euro necessari per portarsi a casa un gingillo del genere.
Il cruscotto ricorda quello di una Tesla, con linee semplici e un grande lo schermo digitale. Silenziosamente, lo scafo prende il largo. Il C8 (questo il nome) acquista velocità spostandosi da Cernobbio, sollevandosi a pelo d’acqua. L’esperienza di navigazione è fluida e in tutto paragonabile a quella di una normale barca a motore quanto a velocità, anzi, secondo il pilota Axel Brangenfeldt, “l’elettronica di bordo aiuta a contrastare anche il mal di mare”. A bordo c’è spazio per sette-otto passeggeri. Per guidare questo aliscafo, che può essere ricaricato sul molo con un cavo di quelli per le auto elettriche, non serve una patente particolare.
Il problema delle batterie
Il nome della startup ricorda l’italiano, ma in realtà con Belpaese non c’entra nulla: “candela”, infatti, è semplicemente una grandezza fisica, unità di misura dell’intensità luminosa. La barca è interamente progettata a realizzata in Svezia, a Stoccolma, dalla stessa società. L’unica parte che proviene da un’azienda esterna è il battery pack, prodotto da un’altra realtà svedese, Polestar, marchio della galassia Volvo (a sua volta parte del gruppo cinese Geely).
La partnership consente di risolvere due tra i problemi principali. “Il primo è quello dei consumi ingenti delle imbarcazioni elettriche, che si traducono in prestazioni scarse. Un problema che abbiamo risolto grazie ai nostri aliscafi. A trenta nodi – dichiara Gustav Hasselskog, fondatore e ad dell’azienda – le nostre imbarcazioni consumano l’80% di energia in meno rispetto alle normali barche delle stesse dimensioni, e questo grazie alla riduzione dell’attrito con l’acqua”.