venerdì, Dicembre 27, 2024

Semaglutide e liraglutide, la carenza in Italia non accenna a risolversi

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Mancano due importanti farmaci per il diabete di tipo 2: semaglutide (Ozempic) e liraglutide (Victoza). Una carenza che, se all’inizio si credeva potesse essere temporanea, si protrarrà invece per buona parte del prossimo anno, il 2024. A farlo sapere in una recente nota indirizzata agli operatori sanitari è stata l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che, in accordo con l’Agenzia Europea per i medicinali (Ema) e l’azienda farmaceutica danese che li produce, la Novo Nordisk, sarebbe meglio limitare la loro prescrizione.

Le cause

Come si legge nel nuovo documento, pubblicato alla vigilia della Giornata mondiale del diabete che si celebra oggi (14 novembre), per il semaglutide “sono previste carenze intermittenti per tutto il 2024”. Per il liraglutide, invece, “sono previste carenze almeno fino al secondo trimestre del 2024”, precisano dall’Aifa, sottolineando che la carenza non è dovuta ad alcun difetto di qualità dei medicinali o a problemi di sicurezza. Le cause, infatti, risiedono in un aumento della domanda complessiva di questi farmaci e nelle limitazioni della capacità riproduttiva di alcuni siti di produzione. “Per facilitare l’aumento della fornitura di Ozempic, Novo Nordisk ha deciso di ridurre temporaneamente la fornitura di Victoza”, fanno sapere dall’Aifa. “La situazione di carenza peggiorerà nel quarto trimestre del 2023”.

Per i pazienti diabetici

Alla luce del prolungamento della carenza di questi due farmaci viene quindi consigliato al personale medico di non iniziare alcun trattamento con il liraglutide almeno fino al secondo trimestre del 2024. Mentre per il semaglutide viene raccomandato di limitare l’avvio del trattamento ai nuovi pazienti fino a miglioramento della situazione della fornitura, previsto per il primo trimestre del 2024. Per chi è già in terapia con uno di questi due farmaci, invece, potrebbe essere necessario cambiare cura nel caso in cui non potessero essere più disponibili. In particolare, si dovrebbe effettuare un passaggio in sicurezza a un altro Glp-1 Ra iniettabile o un altro farmaco alternativo idoneo.

La carenza di Ozempic

Come vi abbiamo raccontato solamente alcuni giorni fa, Ozempic e Victoza sono farmaci agonisti iniettabili del recettore del GLP-1. In altre parole, imitano l’ormone presente nell’intestino, appunto il Glp-1, che abbassa la glicemia, rallenta lo svuotamento dello stomaco e, infine, regola la sensazione di appetito. Proprio per questi motivi, oltre ad essere utilizzati per il trattamento del diabete di tipo 2 (Victoza è indicato anche per i ragazzi con diabete di tipo 2 di età pari o superiore ai 10 anni), questi farmaci vengono sempre più spesso utilizzati per perdere peso, e come trattamento per l’obesità (il semaglutide è stato approvato in America per la perdita di peso). Come precisa l’Aifa, tuttavia, per quanto riguarda l’Italia “Ozempic è indicato esclusivamente per il trattamento di adulti affetti da diabete mellito di tipo 2” e “ogni altro utilizzo, inclusa la gestione del peso, rappresenta un uso off-label e attualmente mette a rischio la disponibilità di Ozempic”.

Gionata mondiale del diabete

Solamente in Italia, sono circa 4 milioni le persone che soffrono di diabete. A stimarlo sono i sistemi di sorveglianza Passi e Passi d’Argento, coordinati dall’Iss in collaborazione con le Regioni, che in un nuovo documento, pubblicato proprio in occasione della Giornata mondiale del diabete, mostrano come la prevalenza di questa malattia si modifica con l’età: se negli under 50 resta sotto il 5%, sale rapidamente fino al 23% negli ottantenni. Non solo: chi ha ricevuto una diagnosi di diabete continua ad adottare stili di vita scorretti. Per fare qualche esempio, nel periodo d’esame (2016-2022), i dati mostrano che: il 25% dei 18-64enni e il 10% degli ultra65enni è ancora fumatore; il 11% dei 18-64enni e il 16% degli ultra65enni fa un consumo di alcol a rischio per la salute; il 45% dei 18-64enni e il 47% degli ultra65enni è completamente sedentario; solamente il 9% dei 18-64enni e il 10% degli ultra65enni consuma giornalmente 5 porzioni di frutta o verdura, come raccomandato dalle linee guida internazionali per una corretta e sana alimentazione. I dati mostrano, infine, percentuali significative anche per obesità, sovrappeso, ipertensione, colesterolo alto, malattie cardiovascolari, tumori, insufficienza renale, e sintomi depressivi.

Abitudini poco salutari

Il profilo di rischio e di salute delle persone con diabete , come si legge nel documento, risulta così particolarmente fragile. “Smettere di fumare, moderare il consumo di alcol, fare attività fisica, mantenere un giusto peso corporeo, tenere sotto controllo ipertensione e ipercolesterolemia sono importanti non solo per la prevenzione primaria ma anche dopo una diagnosi di diabete, come di qualsiasi altra patologia cronica, sia per una migliore gestione della malattia stessa e scongiurarne le complicanze più gravi, sia per prevenire l’insorgenza di altre patologie croniche associate a questi stessi fattori”, riferiscono dall’Iss.

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