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Apre il 17 novembre al Palazzo della Ragione a Bergamo la nuova installazione di Yayoi Kusama. La mostra, intitolata Infinito Presente, è organizzata nell’ambito di Bergamo e Brescia capitali italiane della cultura 2023, ma proseguirà fino al 24 marzo 2024. L’evento è uno dei più attesi dell’anno, se è vero, come sostiene il prestigioso magazine The Art Newspaper, che questa artista giapponese, oggi 94enne, è la più popolare del mondo. Nata nel 1929 vicino a Nagano e attiva dagli anni Cinquanta, dopo diverse esperienze tra cui il lavoro – giovanissima – in una fabbrica bellica, ha prodotto principalmente con sculture e installazioni, ma anche con dipinti, video art, poesia e video art, facendosi ispirare dalla pop art, dall’astrattismo, dal surrealismo e dall’arte concettuale. Le sue opere parlano di femminismo, sessualità, allucinazioni astratte e indagini psicologiche.
Dopo decenni di lavori più svariati, negli ultimi anni Kusama è divenuta molto nota anche tra il grande pubblico, anche grazie a sue diverse opere balzate virali sui social e soprattutto grazie a una popolarissima capsule collection realizzata da Louis Vuitton, che ha sparso per tutto il mondo i suoi riconoscibilissimi pallini colorati. Anche a Bergamo gli stilemi principali di questa eclettica artista: per la prima volta in Italia arriva una delle sue installazioni più celebri, Fireflies on the Water (2002), una stanza buia con specchi alle pareti, una superficie d’acqua al centro e un nugolo di 150 piccole “lucciole” colorate a illuminare lo spazio (si entra una persona alla volta, per un minuto solo, a sottolinearne l’intento meditativo).
La parabola artistica di Yayoi Kusama è qualcosa di straordinario e sicuramente contemporaneo: il suo è un successo globale e molto adatto alla rappresentazione tipica dei tempi di Instagram. Lei, paradossalmente, ha vissuto la sua arte estremamente pop come uno strumento di resistenza e di opposizione a uno status quo convenzionale e oppressivo. Nel 1996, per esempio, partecipò per la prima volta alla Biennale di Venezia con Narcissus Garden, un’installazione di centinaia di sfere specchiate che a un certo punto, vestita di un kimono d’oro, si mise a vendere ai passanti per 1200 lire l’una, prima che gli stessi organizzatori la bloccassero. Oggi, dopo una vita piena di esperienze pienissime, vive in un istituto psichiatrico, a cui si è consegnata volontariamente e dove continua a produrre. Quella a Bergamo è un’occasione quindi preziosissima per godersi il suo caleidoscopio allucinato e ipnotico.