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Grazie alla mediazione di Qatar e Stati Uniti, sembra concretizzarsi l’ipotesi di una tregua temporanea tra Israele e Hamas. Ad annunciarlo è stato il leader del gruppo armato radicale, Ismail Haniyeh, e anche Tel Aviv ha fatto intendere che la sospensione dei combattimenti potrebbe essere concordata a breve, pur senza aver rilasciato dichiarazioni ufficiali a riguardo.
In una comunicazione inviata a Reuters dal suo assistente, Haniyeh ha detto di aver consegnato la risposta di Hamas ai mediatori del Qatar e che le due parti sarebbero “vicine a raggiungere un accodo di tregua”. Non sono stati forniti dettagli ulteriori, ma secondo diverse fonti internazionali si prevede uno scambio di alcuni ostaggi detenuti da Hamas con alcuni prigionieri palestinesi in mano israeliana, la sospensione dei combattimenti e l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
Qualche informazione in più è arrivata dal funzionario qatarino Issat el Reshiq, che sta mediando nei negoziati, secondo cui verranno liberati solamente donne e minori e che sarà il Qatar a rendere noto il contenuto esatto dell’accordo. Inoltre, l’agenzia stampa Afp, come riporta France24, ha fatto sapere che la durata della tregua dovrebbe essere di cinque giorni e il numero di civili liberati tra i 350 e i 400, di cui 50 o 100 ostaggi e 300 palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane.
Le voci riguardo a una tregua sono aumentate nell’ultima settimana, dopo l’avanzata delle truppe israeliane all’interno dell’ospedale Al-Shifa di Gaza City. Domenica 19 novembre, l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Michael Herzog, aveva detto di sperare nella sigla di un accordo “nei prossimi giorni”, come si legge sul Washington Post, e la Bbc ha dato la notizia che anche il presidente statunitense Joe Biden ha fatto sapere di ritenere “vicina” la tregua.
Se le trattative dovessero avere successo, Gaza potrebbe conoscere il primo momento di pace dopo oltre un mese di ostilità, ma come detto dal consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianza, Jon Finer, “negoziati delicati come questo possono crollare all’ultimo minuto. Non si concorda nulla finché non si concorda tutto”. Le speranza di una tregua sono quindi ancora appese a un filo e l’effettivo cessate il fuoco ancora lontano.