venerdì, Dicembre 27, 2024

Intelligenza artificiale, chi sta vincendo davvero la corsa all'oro

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I giorni convulsi di Sam Altman ai vertici di OpenAI hanno mostrato (se ce ne fosse ancora bisogno) quanto l’intelligenza artificiale sia al centro del sistema finanziario globale. La sola possibilità che il fondatore di OpenAI potesse guidare una nuova direzione di Microsoft dedicata all’intelligenza artificiale generativa ha portato l’azienda fondata da Bill Gates sui suoi “massimi storici”. Come avvenuto nella corsa all’oro di fine Ottocento, anche questa volta “l’effettivo guadagno non sarà nelle mani dei cercatori d’oro, bensì in quelle dei venditori di pale”, con le aziende della tecnologia che “sono oggi le vere star delle borse internazionali”, sottolinea Gabriel Debach, Italian market analyst di eToro, colosso del trading finanziario. Ora Altman è tornato alla guida della sua startup da 90 miliardi di valutazione e riprenderà a sviluppare il codice per rendere ChatGPT sempre più performante, ma l’andamento dell’ultimo anno ha già messo in luce qual è il destino della nuova “febbre all’oro”.

A un anno dal lancio, “l’avvento di ChatGPT – nota Debach – è stato disruptive, ha scavalcato ostacoli, posto domande e in qualche modo tracciato la strada alle aziende del business tecnologico. La reazione del pubblico – ricorda – è stata eccezionale, ma lo è stata anche quella degli investitori che sembrano essere stati ammaliati in modo irresistibile dall’AI. Titoli come Nvidia [la società dei chip, ndr] hanno trascinato i rialzi di Wall Street, oscurando completamente una performance altrimenti sottotono dell’S&P 500: avanti di oltre il 240% da inizio anno, Nvidia guida gli acquisti a Wall Street”.

Le tecnologie chiave che permettono all’intelligenza generativa di elaborare miliardi di dati, come cloud e chip, hanno surclassato per appeal le aziende che offrono servizi con chatbot o simili. “Il rally di Nvidia – spiega Debach – sembra quasi troppo perfetto per essere vero, ma anche altri titoli legati all’intelligenza artificiale hanno mostrato performance eclatanti dall’inizio dell’anno: Palantir Technologies +219%; C3.ai +161%; Upstart +93%, Splunk +75%; Micron Technology +56% e UiPath +43%. Ed è interessante notare che, tra queste, solo Nvidia e Palantir operano attualmente in utile, enfatizzando crescente interesse e fiducia da parte degli investitori nel settore dell’intelligenza artificiale, sebbene alcune voci sollevino interrogativi sulla sostenibilità di alcune valutazioni”.

Dopo giorni di caos, la società di intelligenza artificiale ha dichiarato di aver raggiunto un accordo per il reintegro dell’ad licenziato venerdì

La sfida di Microsoft a Nvidia e Intel

Anche player storici come Microsoft non vogliono affatto perdere il treno dell’AI e sono determinati, dice Debach, “a mantenere una posizione competitiva e continuano ad investire nel settore”. Dopo gli investimenti in OpenAI (della quale Microsoft è primo azionista), la società di Redmond ha annunciato la produzione di chip per l’intelligenza artificiale per rivaleggiare direttamente con Nvidia. “Il primo di questi, il Maia 100, sembra essere progettato per competere con le ricercate unità di elaborazione grafica AI di Nvidia. Il secondo, un chip Cobalt 100 Arm, è destinato ad attività informatiche generali e potrebbe essere un concorrente diretto dei processori Intel. Anche il gigante dell’ecommerce Amazon – sottolinea Debach – ha dichiarato mesi fa che investirà fino a 4 miliardi nella società di intelligenza artificiale Anthropic e prenderà una posizione di minoranza” proprio per “tenere il passo” con Microsoft e Google (lanciatissima sull’AI).

Tecno-battaglie che affascinano gli investitori, anche in Italia. Il Retail Investor Beat, un studio sugli investimenti condotto trimestralmente da eToro, rileva che pure in un piccolo mercato come quello italiano gli investitori sono pronti a puntare sulla tecnologia. “Rimane la principale area di interesse per gli investitori italiani, con il 16% di loro che mostra inclinazione ad aumentare gli investimenti in questo settore rispetto a qualsiasi altro”, spiega Debach. Il motivo è nelle “alte aspettative poste dall’AI generativa”, la macro-categoria in cui rientra ChatGpt, che “può aggiungere 4.400 miliardi di dollari di valore all’economia globale all’anno, grazie all’aumento della produttività”. Con la promessa di cambiare industrie tra loro molto lontane, ma che potranno trarre vantaggio dalla straordinaria capacità di analisi di informazioni avviata con la rivoluzione di OpenAI.

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