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Northvolt si riduce. Se è vero che, come ha suggerito Mario Draghi nel suo rapporto sul futuro della competitività europea, l’Europa sarà chiamata nei prossimi anni a mettere lo sviluppo economico al centro delle proprie politiche economiche, sul percorso è apparso già il primo importante ostacolo: la startup svedese delle batterie ha infatti annunciato l’avvio di una revisione strategica che ridefinirà l’ambito delle operazioni aziendali e comporterà un ridimensionamento della forza lavoro.
Tutti i tagli
L’azienda svedese, principale produttrice del paese di batterie rinnovabili per auto elettriche, ha comunicato in una nota come la decisione arrivi a causa del contesto macroeconomico e delle nuove priorità a breve termine. In questo senso, tra le altre iniziative la società ha previsto di mettere in manutenzione l’impianto Northvolt Ett Upstream 1 in Svezia, di chiudere il programma Northvolt Fem e di vendere il sito di Kvarnsveden. Allo stesso tempo, saranno aperti tavoli con gli investitori per garantire la sostenibilità delle attività in Polonia e sarà integrata la sussidiaria americana Cuberg all’interno delle operazioni svedesi.
Tutte queste operazioni, secondo quanto ha spiegato l’amministratore delegato Peter Carlsson, non pregiudicheranno l’impegno a lungo termine di Northvolt nella transizione globale verso l’elettrificazione, né la solidità delle prospettive future. Il presidente del consiglio Tom Johnstone ha peraltro confermato che il successo dell’azienda scandinava continuerà a dipendere dall’evoluzione del mercato dei veicoli elettrici e dal sostegno dei principali stakeholder.
I piani futuri
L’azienda ha specificato nella nota che la revisione strategica non pregiudicherà i progetti futuri in Svezia, Germania e Canada, che andranno avanti secondo programma. Tuttavia, si è riservata di comunicare eventuali modifiche alle tempistiche nei prossimi mesi, mentre proseguirà le attività con il supporto dei propri partner governativi.
Appena lo scorso 8 gennaio, la Commissione europea aveva autorizzato la Germania a fornire a Northvolt un aiuto di stato pari a 902 milioni di euro, destinati alla costruzione di una fabbrica di batterie per veicoli elettrici. Tale via libera era stato giustificato da Bruxelles con l’esigenza di evitare che la promettente startup svedese andasse a investire negli Stati Uniti, attratta dalle agevolazioni previste dall’Inflation reduction act.