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A bordo della rinnovata Hyundai Ioniq 5 N Line, l’auto elettrica non si misura più solo in chilometri di autonomia, ma nell’esperienza che è in grado di offrire. Il nostro test drive a bordo della crossover coreana nella sportivissima versione N Line racconta la rapida evoluzione della tecnologia. Il punto di partenza — simbolico e reale — è stato il Mumac, il Museo della macchina da caffè di Binasco. Una scelta non casuale. È lì che si celebra la storia di una delle prime rivoluzioni nella quotidianità italiana: quella che ha trasformato un rito lento in un gesto rapido e diffuso, grazie a innovatori come Angelo Moriondo e Achille Gaggia.
Così come il caffè è passato da preparazioni a vapore di minuti a estrazioni a leva da pochi secondi, la mobilità elettrica oggi vive la stessa accelerazione. La tecnologia a 800 Volt adottata già da diverse Case automobilistiche come Hyundai è solo una parte del racconto: la Ioniq 5 N Line dimostra che la velocità, oggi, è anche estetica, ergonomica, emozionale.
Design N Line: sportività dichiarata
Questa versione N Line si riconosce facilmente per il suo maquillage estetico, ma c’è di più. L’auto mantiene tutte le caratteristiche premiate della Ioniq 5 originale, ma le reinterpreta con un piglio più deciso: nuovi paraurti, minigonne laterali, spoiler allungato di 50 mm e cerchi in lega da 20 pollici esclusivi N Line ridisegnano la silhouette con linee più tese e muscolari. Cresce anche la lunghezza (ora 4655 mm), senza compromettere abitabilità e comfort.
All’interno, l’esperienza si fa ancora più avvolgente. Plancia e volante dedicati N Line, pedaliera in metallo, cielo nero, cuciture rosse a contrasto e sedili sportivi con logo N trasformano l’abitacolo in una cabina di pilotaggio, dove ogni dettaglio comunica dinamismo. Due le opzioni di rivestimento per i sedili, pensati per avvolgere e sostenere anche nelle curve più decise. Non mancano soluzioni intelligenti come i pulsanti fisici ridisegnati sull’Universal Island, il pad wireless riposizionato e l’infotainment di nuova generazione aggiornabile via Ota.
Viaggio a risaia piena: più ciclo combinato di così
Da Binasco a Livorno Ferraris, in provincia di Vercelli, diretti alla Tenuta Colombara — patria del Riso Acquerello — ci siamo volutamente spinti oltre i limiti dichiarati dell’autonomia. Con un twist narrativo degno di una sitcom, abbiamo anche sbagliato strada: il navigatore impostato male ci ha guidati tra stradine secondarie, frazioni sperdute e rettilinei bordati di risaie, allungando il viaggio di oltre un’ora. Un caso perfetto di ciclo combinato, quel parametro Wltp che valuta l’autonomia media di un’auto elettrica su un mix di percorsi urbani, extraurbani e autostradali.