mercoledì, Febbraio 5, 2025

House of Cards, quando la realtà supera la finzione

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frank underwood donald trump house of cardsDonald Trump ci ha rubato tutte le idee per la sesta stagione. Seriamente non so come faremo”. Può sembrare una battuta quella che Robin Wright, la bella e terribile moglie del Presidente Underwood di House of Cards, ha fatto nei giorni in cui si trovava al Festival di Cannes, ma invece, si tratta della realtà.

 Cosa è accaduto tra la messa in onda dell’ultima puntata della quarta stagione ed il lancio dei nuovi episodi (visibili in Italia da questa sera su Sky Atlantic)? Negli Stati Uniti ci sono state le elezioni presidenziali e il miliardario newyorkese è andato a vivere alla Casa Bianca.
“Occorre ricordare che Underwood è un personaggio di finzione e Trump… è un personaggio di finzione” aveva scherzato Kevin Spacey nel marzo 2016, non immaginando che poi il destino di The Donald sarebbe stato quello di finire nello studio ovale. Una costante delle precedenti stagioni di House of Cards era la netta distinzione tra la realtà e la serie tv: il Presidente Underwood è sempre stato lontano dall’immagine di Barack Obama, ma con l’avvento di Trump sembra che invece questo confine sia stato superato.

Provate a visualizzare una scena: un gruppo di manifestanti scende in piazza ed inizia a protestare al grido di “Non è il mio Presidente”. Si tratta di realtà o finzione? Difficile a dirsi, infatti le proteste contro il Presidente Underwood ricordano sorprendentemente le scene che i media hanno riportato subito dopo l’elezione di Donald Trump. Eppure, la quinta stagione è stata scritta prima di conoscere l’esito delle presidenziali. È indubbia la lungimiranza di Melissa James Gibson e Frank Pugliese, i due nuovi sceneggiatori di House of Cards che hanno sostituito lo storico autore della serie Beau Willimon.

Le nuove puntate mostrano la coppia machiavellica sempre più agguerrita, disposta a tutto per non perdere il potere, con la First Lady che torna accanto al marito in cambio di un possibile incarico da vicepresidente. La diabolica bionda sembra decisa a non farsi mettere da parte dal Presidente e nella prima puntata della nuova stagione ci dona l’illusione, per poche battute, di aver avviato anche lei i celebri monologhi con il pubblico in stile Frank. Purtroppo si tratta solo di una campagna promozionale, ma bastano quelle poche parole per farci capire fino a che punto possa essere terrificante Claire, roba da far impallidire anche Lady Macbeth.

Dopo una quarta stagione un po’ troppo melodrammatica, i nuovi episodi riacquistano il ritmo ed il pathos delle prime stagioni, merito anche del ritorno, a capo del personale di Frank, di Doug Stamper (Michael Kelly), l’unico in grado di fare come si deve il lavoro sporco per conto degli Underwood.

Se è vero che “la vita imita l’arte più di quanto l’arte non imiti la vita”, viste le premesse della nuova stagione, non possiamo che temere che la presidenza Trump sia indimenticabile come quella Underwood.

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